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september 2016

LIBERTÀ DI MOVIMENTO

Trentadue anni, appassionato di yoga e surf, Antonin Tron disegna abiti che vogliono seguire la fluidità del corpo. E vestire la donna contemporanea, senza costrizioni.

Con Atlein Antonin Tron – nato a Parigi trentadue anni fa, diplomato alla Royal Academy di Anversa, designer per Louis Vuitton, Givenchy e parte del team di Demna Gvasalia per Balenciaga – ci consegna un punto di vista sul design e un’estetica femminile contemporanei. Per lui sono dinamici, tridimensionali, modellati dall’azione, con un’identità visiva forte ma non aggressiva, caratteristiche che provengono dalla passione per lo sport, il movimento e la libertà. Elegante come solo certi parigini sanno essere, Tron unisce nei suoi capi riferimenti classici, influenze dell’abbigliamento tecnico sportivo, attitudine urbana e design anatomico per restituirci un’immagine aggiornata del sexy. Come se sovrapponessimo Azzedine Alaïa a Nicolas Guesquière. I suoi abiti, i top e le gonne in jersey sono scolpiti per esaltare il corpo di ogni donna si riconosca in un preciso atteggiamento alla vita, quotidiano e reale, più che in uno stereotipo.

La prima collezione, presentata a marzo nel suo appartamento parigino, ha ottenuto l’approvazione immediata dell’eshop del lusso net-a-porter.com e dei department store americani Bergdorf Goodman e Neiman Marcus.
Un riconoscimento al quale fa eco il premio ANDAM 2016 per la migliore collezione esordiente: creato nel 1989 da Nathalie Dufour ha l’obiettivo di cercare il talento, supportarne l’espansione nel mercato internazionale e offrigli visibilità all’interno della fashion week di Parigi. Un premio che hanno vinto Martin Margiela, Christophe Lemaire, A.P.C., Viktor & Rolf, Jeremy Scott, oggi designer di Moschino, e Antony Vaccarello, nuovo direttore creativo di Yves Saint Laurent. Un’ottima compagnia per Antonin Tron che abbiamo intervistato in partenza per il suo ennesimo viaggio zaino in spalla e telefono spento.

Quali sono le caratteristiche di Atlein?
Un brand con un’identità che mette in stretta relazione progettazione e processo industriale. Una collezione tutta in jersey realizzata in un’azienda familiare nell’est della Francia.

Perché ha scelto un unico tessuto?
Ho lavorato spesso con il jersey durante le precedenti esperienze e mi piace come soddisfa comfort e libertà di movimento. Può assumere pesantezze estreme senza perdere fluidità.

A chi è destinato il suo marchio?
In Occidente le donne hanno una vita molto attiva, risultato dei differenti ruoli che interpretano ogni giorno. Amo la libertà della mente come quella del corpo. Spero di fare abiti che possano comprendere le necessità estetiche e lo stile di vita di una donna libera.

Lei è un viaggiatore e uno sportivo. In che modo queste passioni fanno parte del suo processo creativo?
Sono affascinato da come culture e modi di vivere differenti riescono a coesistere nel mondo allo stesso momento. Trovo nel surf e nello yoga una sensualità che spero di tradurre e trasformare in design per Atlein.

Cosa significa la parola moda per lei?
L’abito e il suo processo produttivo. La parte più entusiasmante del lavoro è creare con le mani e lavorare con le aziende.

La sua idea di lusso?
Eccezionalità, autenticità ed esperienza.

Cosa ne pensa del nuovo corso della moda che taglia i tempi di produzione, presentazione e vendita?
L’obiettivo di Atlein è un brand solido e duraturo, un prodotto di qualità molto alto e con una forte identità. Elementi che richiedono tempo e che non vanno d’accordo con modalità come il “see now-buy now”.

Perché ha scelto di studiare alla Antwerp Royal Academy?
Ero affascinato da Raf Simons e dal suo immaginario. Anversa era il luogo dove tutto aveva avuto origine. È lì che mi sono aperto alle influenze esterne e ho costruito la mia visione.

È evidente come un punto di vista così chiaro e personale sulla moda abbia condotto Antonin Tron a scegliere di affrontare “un percorso difficile ma per me l’unico possibile: diventare imprenditore di me stesso e vivere in costante equilibrio tra business e creatività”.